Enrico De Tomasi e Davide Gasparini: i duellanti dello Sporting
Lo specialista padovano si è assicurato lo scudetto 2025 di Eccellenza in un testa a testa all’ultimo piattello con l’azzurro pesarese: le impressioni dei due contendenti
(di Massimiliano Naldoni)
Che lo Sporting sia la disciplina dell’imponderabile lo ha confermato perfettamente il Campionato italiano di Laterina dello scorso weekend. Sulle pedane aretine, strette nella morsa delle alte temperature, gli assoluti della disciplina sembravano aver assunto subito una fisionomia ben definita per quanto riguarda l’Eccellenza: nella massima categoria, infatti, Enrico De Tomasi aveva conquistato la vetta provvisoria della classifica alla boa delle quattro serie e nelle prime tre serie della seconda giornata aveva amministrato sapientemente il vantaggio su tutti i contendenti. Nell’ultima frazione il cinquantacinquenne di Villafranca Padovana doveva però fare i conti con una prepotente flessione della condizione fisico-atletica e il responso decisamente meno effervescente di quella serie lo costringeva allo shoot-off con Davide Gasparini dopo che entrambi si erano attestati a quota 185/200: un punteggio peraltro ampiamente superiore rispetto a quelli totalizzati nella circostanza da molti altri nomi illustri del panorama nazionale dello Sporting. Per 19 a 18 Enrico De Tomasi si aggiudicava il titolo stagionale, ma dal lungo e durissimo confronto sia l’atleta veneto che il trentaseienne pesarese Gasparini uscivano come veri e propri eroi leggendari. Andiamo allora a rivivere attraverso le impressioni dei due protagonisti questi Assoluti 2025 di Sporting.
Enrico, il formidabile 185/200 che hai totalizzato a Laterina è a grandi linee il punteggio che avevi pronosticato anche prima della gara?
Avevo previsto di fare un punteggio del genere, però il caldo delle due giornate ha modificato pesantemente i piani. Il 19/25 dell’ultima serie di gara ha trasformato la classifica: ha neutralizzato tutto il vantaggio che avevo costruito e mi ha costretto ad affrontare lo spareggio per il titolo con Davide Gasparini. Nelle altre sette serie avevo rispettato una media del 23,70, perciò quel 19 è arrivato come una valanga…
Davide, è stato deludente veder sfumare il titolo dopo una gran gara e soprattutto dopo il bel recupero del secondo giorno?
No, sono deluso soltanto fino ad un certo punto, perché appunto nella seconda giornata ho totalizzato più piattelli del primo giorno nonostante che i lanci del secondo giorno fossero certamente molto più difficili. Nel secondo giorno, poi, sono anche riuscito a fare appunto un gran bell’inseguimento, quindi sono consapevole di aver fatto una gran bella gara anche perché, oltre alle difficoltà tecniche, abbiamo gareggiato in condizioni veramente estreme per il caldo. Tralasciando per un momento il piazzamento in classifica di entrambi, credo che si debba riconoscere a Enrico De Tomasi e a me di aver fatto veramente un gran punteggio: i nostri 185/200 nelle condizioni generali di questa gara sono stati davvero un un gran risultato.
Enrico De Tomasi e Davide Gasparini sul podio dell’Eccellenza a Laterina
Al termine del primo giorno, con un distacco già considerevole nei confronti di De Tomasi, evidentemente sapevi che non avevi altra strada che fare addirittura meglio di quello che avevi già fatto.
Sì, perché è apparso subito chiaro, quando ho visto i piattelli dei campi che avrei dovuto affrontare il secondo giorno, che si trattava di lanci più difficili. Per me non si trattava di amministrare un vantaggio, ma invece di recuperare un distacco di tre piattelli, quindi ho capito che dovevo assolutamente dare il massimo. Qualcuno avrebbe potuto dirmi: con queste situazioni ambientali e con queste difficoltà tecniche, la tua si presenta come un’impresa quasi impossibile. Io dico invece: l’impossibile non c’è mai. Dipende da quanto sei disposto a investire di energie e di talento in un’impresa. E soprattutto, appunto, se hai la volontà di mettere in campo il massimo delle tue possibilità. E grazie a quell’impegno ho avuto la possibilità di spareggiare per il primo posto.
Enrico, c’è una spiegazione anche tecnica del punteggio dell’ultima serie oppure quel black-out è da imputare soltanto ad un calo di energie?
No, è stato un problema fisico: mi sono proprio mancate le forze. Probabilmente ho sottovalutato lo sforzo che occorreva fare per sparare a quell’ora, intorno alle 13, e non sono stato in grado di fronteggiare la fatica. È stata veramente una sorpresa anche per me, perché nelle tre serie precedenti mi sentivo bene e avevo sparato bene come nel primo giorno.
Tu hai affrontato la tua ultima serie conoscendo il risultato di Gasparini che nel frattempo aveva concluso la sua gara: forse questo ti ha condizionato?
Ho seguito l’andamento della gara, come faccio sempre, e quindi sapevo di avere un bel vantaggio su alcuni colleghi e un vantaggio discreto nei confronti di Davide Gasparini. Intanto Davide aveva sparato bene anche all’ultima serie, ma anche io contavo di rispettare la mia media. Sinceramente ero convinto di poter vincere con il punteggio delle otto serie, senza dover andare allo spareggio. Il problema è che nell’ottava serie ho fatto subito tre zeri alla prima piazzola. E allora a quel punto ho capito che la strada era in salita. E fra l’altro in quella serie sono andato a sbagliare cinque singoli, quando invece in tutto il resto della gara avevo fatto tre soli zeri sui singoli in tre serie diverse. Trovarmi improvvisamente con tre zeri su piattelli singoli nella stessa piazzola mi ha messo davvero in difficoltà.
Davide, all’Europeo di un mese fa avevi fatto un punteggio di poco superiore a questo di Laterina. Che confronto si può istituire tra le due gare?
A Laterina il caldo e il sole hanno condizionato fortemente la gara: posso dire ad esempio che nel pomeriggio abbiamo sparato in un campo con il sole diretto in faccia ed era veramente difficile individuare i bersagli. Che le condizioni ambientali estreme abbiano pesato molto per tutti sul risultato di questo Campionato italiano, lo dice il fatto che in realtà all’Europeo i lanci erano più difficili di quelli di Laterina. E appunto malgrado le difficoltà maggiori, all’Europeo il mio punteggio è stato anche appena più alto. Devo dire semmai che il mio rendimento è tradizionalmente più alto in una gara internazionale rispetto ad una gara nazionale, perché la sfida internazionale mi esalta sempre di più.
Davide Gasparini
Ripensando allo spareggio, c’è un momento preciso che ha poi decretato la vittoria di De Tomasi e il tuo secondo posto?
Ci sono stati due zeri di troppo alla seconda piazzola. Sono due zeri che non avrei dovuto fare e che hanno cambiato l’equilibrio dello spareggio perché ho dato la possibilità a Enrico De Tomasi di portarsi in vantaggio di un piattello. E con quella situazione invariata siamo poi arrivati al termine dello spareggio.
Enrico, dopo aver concluso l’ultima serie regolamentare, intorno alle 14, ti sei reso conto che eri costretto allo spareggio: come hai gestito il recupero di energie mentali e fisiche per uno spareggio che avresti disputato addirittura più di quattro ore dopo?
È un’eventualità che nelle gare della nostra disciplina devi esser pronto ad affrontare. In quelle ore ho cercato di ricostruire la mia condizione mentale e fisica per tornare in pedana con la concentrazione giusta. Ma anche nello spareggio non si era messa subito bene, perché Davide era andato in vantaggio nella prima piazzola e stava sparando bene. Però ho tenuto bene di testa anche in quel momento e ho saputo recuperare il punteggio. Diciamo che in tutta la gara non mi è mai mancata la volontà di provare a vincere.