Emilia-Romagna: la forza del gruppo

La formazione designata da Demetrio Pillon e da Erico Galetti per il Trofeo delle Regioni di Fossa Olimpica si è imposta per effetto della salda coesione tra i sei atleti che vantano suggestive storie agonistiche

(di Massimiliano Naldoni)

È stata una prova autenticamente corale quella che nel mese di ottobre ha permesso all’Emilia-Romagna di svettare trionfalmente al Trofeo delle Regioni di Fossa Olimpica sulle pedane di Cascata delle Marmore.  La squadra designata dal Delegato Fitav Demetrio Pillon e dal Ct Erico Galetti ha composto un formidabile 559/600 con cui ha staccato in maniera abissale la Lombardia e la Puglia. Nella formazione emiliano-romagnola l’under 21 Sebastiano Bernabei è stato l’autore di uno splendido 96/100, ma al punteggio complessivo hanno contribuito con determinazione anche Alfio Tomassoni, Pier Giorgio Pola, l’altro giovanissimo del team: Davide Battisti e ancora Alberto Benini e capitan Gianni Casadio. Siamo andati allora ad interpellare il Ct Galetti e i magnifici sei della squadra per scoprire tutte le sfumature di quel confronto e tutte le emozioni vissute in quella trionfale giornata di Acquasparta.

Erico Galetti

Coach Galetti, qual è l’elemento principale che ha permesso all’Emilia-Romagna di conquistare il Regioni 2025 di Trap?

Va detto che in quasi tutte le edizioni degli ultimi anni non siamo mai stati molto distanti dai primi. Certamente questa volta abbiamo fatto le scelte giuste e tutti i designati hanno risposto: presente! Si tratta di un fenomeno che ha rappresentato una novità assoluta perché in altri anni qualcuno che era stato indicato aveva poi rinunciato per vari motivi. Era insomma da un pezzo che non riuscivamo a presentare proprio la formazione scelta da noi, ma questi atleti erano proprio i sei che Demetrio Pillon ed io volevamo portare. Quindi nel fatto che tutti i designati abbiano dato anche molto generosamente la propria disponibilità risiede uno dei motivi del successo. Ad esempio avevamo tre componenti in lizza per la Terza categoria e la settimana prima delle gare questi atleti, dimostrando grande disponibilità, si sono presentati a Conselice per il test che ci avrebbe poi permesso di operare la scelta.

Quest’anno quindi la vittoria al Regioni di Trap era nelle vostre previsioni?

Nelle gare a squadre non puoi mai dire neppure che il podio è sicuro perché a volte perfino dal sabato alla domenica cambia tutto. Trovare la giornata che tutti sparano bene non è facile. Infatti in prova, il giorno prima della gara, i miei ragazzi non erano tutti sulle medie che poi hanno rispettato in gara. Anche perché ad esempio Bernabei, il nostro Seconda, in prova non stava sparando benissimo.  Sebastiano Bernabei, che è un atleta del Settore Giovanile, l’abbiamo designato come Seconda perché quest’anno ha fatto dei punteggi letteralmente da mille e una notte. Ho creduto subito molto in questo ragazzo che in alternativa avrei portato come componente del Settore Giovanile. Poi Davide Battisti, un altro under 21, a sua volta ha fatto ottimi punteggi e allora abbiamo deciso di portare Bernabei come Settore Giovanile. Un giorno ci siamo guardati in faccia con Demetrio e abbiamo detto: li teniamo tutti e due e abbiamo dirottato Bernabei tra i Seconda. Dicevo appunto che il sabato appunto Seba non sparava benissimo. Ci siamo messi alle sue spalle e pianino pianino lui è arrivato a trovare il punto giusto e infatti domenica non faceva mai zero.

La squadra ha fatto davvero un punteggio eccezionale.

Effettivamente non mi ricordo una conclusione del Trofeo delle Regioni con uno scarto così grande tra la squadra prima classificata e le altre. Fra l’altro alla prima serie con 135 mi sembrava perfino che la squadra avesse davvero fatto tanto, ma nelle altre i ragazzi sono andati ancora meglio. Il 142 della seconda serie, ad esempio, è stato un bel portarsi avanti! Fra l’altro nella quarta serie Pola e Benini hanno fatto zero all’ultimo piattello, altrimenti in quell’ultima serie avremmo potuto fare 144. Ai ragazzi avevo detto che il tabellone lo avremmo guardato alla fine, però con il telefono si fa presto a vedere la situazione, quindi non è escluso che si tratti di zeri di allentamento della tensione perché era evidente che agli ultimi piattelli avevamo comunque un vantaggio incolmabile.

Coach Galetti, com’è stata programmata la selezione della squadra?

La partenza della selezione è sempre in base ai numeri del Campionato regionale. Poi guardiamo i risultati dei Gran Premi e se qualcuno va a fare la finale del Campionato italiano, allora consideriamo anche quello. Ma c’è un insieme di cose che guardiamo: se ad esempio capita che un atleta si è qualificato per il rotto della cuffia al Campionato italiano e magari ha sparacchiato al regionale, ma fa un punteggione una settimana prima del Trofeo delle Regioni, è chiaro che a quel punto dico: vieni a sparare che voglio vedere come fai. Per i Terza abbiamo fatto due serie di prova a Conselice: Benini mi ha fatto 48. Come fai a lasciare a casa uno così? Non puoi non mettere in squadra un ragazzo che ti fa 48 una settimana prima della gara con una fucilata da atleta navigato. E non parlo di piattelli rosicchiati, ma di piattelli colpiti con una velocità di un’altra categoria. Insomma, è stata la scelta accurata di ogni elemento che ha fatto grande la squadra!

Il Delegato Fitav Demetrio Pillon e il Ct Erico Galetti con la squadra dell’Emilia-Romagna

Sebastiano Bernabei

Diciassettenne nato a Imola, vive a Castel del Rio. Inquadrato tra gli Allievi nel 2025, dal prossimo gennaio Sebastiano Bernabei sarà invece Junior. Avviato al tiro a volo da Massimo Moni e attualmente allenato da Fabio Ragazzini, si considera un eclettico che anche nel 2026 proverà a coltivare con ugual profitto la passione per l’Olimpica e per l’Universale.

Non mi aspettavo di riuscire a fare una gara di questo tipo, però ci speravo: più che altro perché tutti credevamo fortemente nel gruppo e infatti siamo stati tutti molto uniti. Io avevo partecipato anche al Trofeo delle Regioni di Fossa Universale nella squadra dell’Emilia-Romagna e quindi ho iniziato ad allenarmi al Trap soltanto dopo quella gara: per quel motivo davvero non pensavo di poter fare così bene. È anche vero, però, che il giorno prima della gara di Cascata delle Marmore, in prova, mi ero trovato bene e anche grazie ai consigli di Demetrio Pillon e di Erico Galletti avevo ritrovato continuità e mi ero sentito abbastanza sicuro. E poi la prima serie di gara, quella subito della mattina, mi ha dato la carica. Il 24 della prima serie è stato il risultato che mi ha convinto definitivamente delle mie possibilità: poi vedevo che anche gli altri stavano bene e anche questo mi ha caricato molto. La terza serie, quella del 22, è stata la più difficile, ma in realtà fino al quindicesimo piattello ero pieno: poi è cambiata la luce e sono andato un po’ in palla. È accaduto anche che ho prestato troppa attenzione a un paio di zeri che altri hanno fatto prima di me: per errore mi sono concentrato su quegli zeri non miei e sono incappato in tre errori anche molto banali. Ma resta il fatto che 96/100 è il punteggio più alto che abbia mai fatto…

Davide Battisti

Ha venti anni il bolognese di Monterenzio ed è dal 2019 che calca le pedane sotto la guida di un istruttore d’eccezione come Fabio Ragazzini.

Nel Trofeo delle Regioni sono partito un po’ con il freno a tirato e ne è venuto fuori un 20. In effetti in prova la squadra era sul pezzo e sembrava funzionare. Anche io mi ero trovato bene sul campo fin da subito. Poi non so bene cosa sia successo in quella prima serie: forse il freddo che abbiamo un po’ sofferto nell’avvio di gara e anche la luce pessima di quell’ora. E forse un po’ di responsabilità ce l’ha anche la pressione della prima serie che per me era anche determinata dalla volontà di far bene. In tutte le mie gare di questa stagione ho sempre bucato una serie che poi ha compromesso la gara. In quel senso è stata una stagione altalenante e per la prossima occorre lavorare sulla costanza. In quella prima serie del Trofeo delle Regioni ho messo quattro zeri tutti vicini nei primi dieci piattelli e poi ho fatto di nuovo zero all’ultimo. Comunque dopo i primi dieci piattelli e quei quattro zeri sono riuscito a riprendermi e a limitare i danni. Mi sento in dovere di ringraziare gli altri atleti della squadra che mi hanno aiutato. Del resto loro hanno retto davvero bene se si considera che in quella prima serie abbiamo fatto 135 con il mio 20. Dopo è stato tutto incredibilmente in discesa: non so di nuovo come spiegarlo. Sicuramente ho potuto gareggiare con un po’ più di serenità grazie appunto all’intervento della squadra.

Alfio Tomassoni

Ha 65 anni Alfio Tomassoni: è cittadino della Repubblica di San Marino ed è ovviamente tesserato al Tav San Marino. Con la maglia dello stato del Titano ha svolto un’intensa attività internazionale dalla fine degli anni Ottanta fino ai primi Duemila (il suo miglior risultato è stato un argento alla Coppa del Mondo di Lonato del 2000) e ha avuto la possibilità di confrontarsi sulle pedane del mondo con i maggiori talenti dell’epoca nelle World Cups, nei Campionati europei e mondiali.

Posso soltanto definirla un’altra esperienza molto positiva e un’uscita molto bella sul piano emotivo. Sono sincero: non mi aspettavo neppure che Galetti mi chiamasse. Invece è arrivata quella telefonata del Ct ed è stata un’enorme soddisfazione. Conosco bene il campo in cui abbiamo gareggiato e sicuramente la scelta di Galetti ha guardato anche a quella mia competenza specifica. Ma stavo anche attraversando un buon momento: ho vinto una gara a Conselice il venerdì prima del Trofeo delle Regioni e il sabato sono andato ad Acquasparta e vedevo che stavo continuando a sparare bene: infatti in prova ho fatto 94 come poi in gara. Quindi ho affrontato la gara tranquillo, senza contare che quando sei in pedana con gente come Pola o Casadio ti carichi anche psicologicamente. Sono rimasto davvero molto ben impressionato dai giovani Bernabei e Battisti. Bernabei è stato spettacolare. Battisti ha palesato qualche incertezza all’inizio ma poi ci ha messo dentro un 50 prodigioso. Erano quattordici anni che l’Emilia-Romagna non vinceva in quella competizione: questa volta Demetrio Pillon l’ha vissuta autenticamente piattello per piattello e ha dato la forza giusta anche a tutti noi. In tanti mi hanno chiesto come sono riuscito ad assemblare quel 25 finale. Ebbene, diciamo che quando c’è da stringere, allora viene fuori l’atleta che ha combattuto sui maggiori campi di gara d’Europa e del mondo. E in quel momento ero davvero motivato e carico.

Il podio del Trofeo delle Regioni 2025 di Trap con l’Emilia-Romagna al vertice davanti a Lombardia e Puglia

Gianni Casadio

Capitano riconosciuto della squadra dell’Emilia-Romagna, l’Eccellenza di Trap è a sua volta un eclettico perché ha partecipato anche al Trofeo delle Regioni di Fossa Universale al Tav Delle Alpi e in quell’occasione ha totalizzato un prestigioso 97/100. Vive a Cottignola dove gestisce un’attività artigianale ma è anche funzionario della Protezione Civile in cui presta servizio volontario da sei anni. In missione con la Protezione Civile è stato a Bologna e in Toscana per numerosi interventi, ma è stato autenticamente in prima linea anche durante le alluvioni del 2023 e del 2024 che hanno interessato direttamente anche la sua abitazione. Aiutare gli altri e sentirsi parte di una collettività è il forte sentimento che muove Gianni Casadio a dedicare con entusiasmo il proprio tempo al prossimo.

Che dire? Vittoria bellissima e faticosa. Per me una bella esperienza, a 56 anni di età, con un gruppo di giovani che hanno fatto davvero una grande gara. Questa volta ero in prima pedana: a dare il via ad ogni turno di tiro davanti agli altri atleti della squadra. In realtà tra noi ci si conosce bene, ma tutto sommato ci si conosce un po’ meno in pedana e occorre sempre collaudare anche la disposizione della squadra in batteria. Nella giornata di sabato abbiamo fatto qualche pedana di prova. Quattro serie per replicare la lunghezza di gara sarebbe stato l’ideale, ma io sono arrivato il pomeriggio perché al mattino avevo la sessione di esame di un corso che avevo frequentato durante la settimana con la Protezione Civile: la simulazione della ricerca di una persona dispersa. Quindi ho fatto solo due pedane di prova. Sicuramente per quel motivo in gara il mio punteggio è stato al di sotto del mio standard. Certamente non sono rimasto contentissimo del mio punteggio. Ma so che ce l’ho messa tutta come impegno e dedizione: potevo dare qualcosa di più, ma ci sarà tempo nelle prossime gare per provare a superarsi!

Pier Giorgio Pola

Classe 1973, l’atleta di Finale Emilia, che milita attualmente in Prima categoria, è cresciuto tiravolisticamente nello storico monocampo della località modenese.

Il mio è stato un buon risultato: d’altronde arrivavo a questa gara dopo un anno in cui avevo sparato con regolarità. E proprio per questo mi ero proposto al Delegato regionale Pillon perché ero intenzionato a partecipare. In effetti mi era stato chiesto di comporre la squadra già qualche anno fa, ma in altre occasioni non avevo avuto la possibilità di partecipare e invece quest’anno mi sentivo davvero nella condizione di fare la mia parte e di fare il mio debutto nel Trofeo delle Regioni. Nelle ultime stagioni ho avuto l’opportunità di militare anche in Eccellenza e questo fenomeno in certo modo aveva circoscritto le mie possibilità di partecipazione al Trofeo perché nella massima categoria nella nostra regione ci sono anche altri nomi certamente meritevoli. Però mi definisco perfino più un atleta da squadra che da confronto individuale, nel senso che nelle gare a squadre sono in grado di far sempre quei 23 o quei 24 che contribuiscono al risultato: ad esempio anche nelle squadre di Crevalcore, con cui sono stabilmente in gara al Campionato delle Società o alla Coppa dei Campioni ormai da cinque anni, riesco sempre a tirar fuori buoni risultati. Dico la verità: sparare in squadra mi piace molto. Quando si trova un bel gruppo con cui si sta bene insieme è relativamente facile anche ottenere dei bei punteggi. Sento ovviamente la responsabilità di far parte di un gruppo, ma so di avere anche l’esperienza per gestirla e magari anche per trasmettere questa esperienza ai più giovani. E sono infatti anche molto contento di aver gareggiato con due giovanissimi: Davide Battisti lo conoscevo già, mentre Sebastiano Bernabei ha saputo sorprendermi perché spesso, per il paradosso tipico del tiro a volo, dalla prova alla gara le cose cambiano completamente e invece questo ragazzo ha saputo replicare una splendida prestazione anche nella giornata del Trofeo delle Regioni. Per un’abitudine che mi arriva anche dalla frequentazione degli atleti della Nazionale, tendo a fare meno possibile la valutazione dei punteggi durante la gara, però è certo che quando fai una serie sopra i 140, come abbiamo fatto nella seconda, sai che sei sicuramente da podio e quindi questa volta, anche senza guardare il tabellone, ho avvertito subito nel corso della gara che poteva essere davvero la nostra giornata.

Alberto Benini

Era un promettente atleta del Settore Giovanile negli anni Novanta: allievo a Casalecchio dell’istruttore Roberto Sartini che ha lanciato i più noti talenti della regione. Dopo l’uscita dal Settore ha scalato la Seconda e la Prima categoria, ma ha interrotto l’attività per motivi personali nel 2006. Nell’aprile di quest’anno è tornato a sperimentare l’emozione della pedana e ha intrapreso anche l’attività dirigenziale assumendo la presidenza del Tav Berra: storico sodalizio dell’area ferrarese.

Ho affrontato la selezione per la squadra del Trofeo delle Regioni la domenica precedente a Conselice: due pedane di prova in cui ho fatto un 23 e un 25 che mi hanno promosso titolare. In gara ho fatto 92, ma con più di 38 di febbre e sono naturalmente molto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare, ma sono ancora più contento del risultato della squadra perché abbiamo sparato tutti bene e quindi colgo anche l’occasione per fare i complimenti a tutti i miei compagni di squadra. So che in condizioni ottimali avrei potuto perfino contribuire con qualche piattello in più perché l’ultima serie l’ho veramente affrontata allo stremo delle forze, imbottito di tachipirina. Però la gara di Cascata delle Marmore mi ha confermato che, anche dopo tanto tempo che non sparavo, sembra davvero che il mio senso del bersaglio ancora ci sia!

 Foto: Ferdinando Donati/Tav Cascata delle Marmore