Compak: tutto l’azzurro di Siviglia
Katiuscia Spada, Alessia Panizza, Veronica Bertoli e Alessandro Gaetani raccontano il loro Campionato d’Europa
(di Massimiliano Naldoni)
Dal Campionato europeo di Compak l’Italia del Ct Veniero Spada è tornata con un patrimonio considerevole di titoli e medaglie alla cui vendemmia ha contribuito appunto anche il selezionatore umbro. Katiuscia Spada ha confermato di essere una delle star del panorama planetario del Compak: la campionessa iridata del 2024 si è assicurata l’argento individuale (superata soltanto di misura in shoot-off dalla spagnola Beatriz Laparra Cuenca) e con il suo 193/200 ha proiettato alla medaglia d’oro il team completato dalle brillanti Alessia Panizza e Veronica Bertoli. E il suo ruolo da leader lo ha interpretato anche Alessandro Gaetani che ha centrato l’argento individuale con 194/200 (e un vittorioso spareggio ai danni dello spagnolo Rafael Marti Calatayud) e a sua volta ha favorito il titolo europeo a squadre dei Seniores in collaborazione con Mauro Bosi e Bruno Roccasecca.
Katiuscia, un Europeo certamente da incorniciare?
Sì, perché quello individuale è un argento che malgrado tutto vale oro. E poi sono veramente contenta del risultato che abbiamo ottenuto a squadre perché il livello della nostra formazione è stato davvero incredibile. Quanto a me personalmente, arrivavo dal Gran Premio di Foligno forte del 190 in quella gara che è davvero tanta roba. Quindi, sì: mi sentivo in forma. Devo però anche dire che in allenamento a Siviglia era subentrata una sensazione strana: l’allenamento all’inizio non era andato benissimo e quindi tra me dicevo che non sarebbe stata proprio la mia gara, poi l’ultimo giorno di prova mi aveva fatto riacquistare fiducia.
In una gara di punteggi vertiginosi per tutte e per tutti c’è qualcosa che è andato davvero in modo diverso dalle previsioni?
Riavvolgendo il nastro a gara conclusa trovi sempre qualcosa che avresti voluto fare diversamente. Ad esempio, nel 22 del secondo giorno, nel campo con i doppi simultanei, c’è forse uno zero di troppo. Però in compenso gli ultimi due giorni, in cui ho affrontato i campi con le altane, sono stati un momento di riscatto importante. Dopo il 50 del terzo giorno, nell’ultima giornata dell’Europeo sono uscita con un 25 dal campo in cui avevo fatto 19 in allenamento.
Katiuscia Spada sul secondo gradino del podio dell’Europeo alle spalle della spagnola Beatriz Laparra Cuenca e davanti alla svedese Anna Jarnald
Qualche piccola recriminazione per lo shoot-off?
No, perché in realtà anche lo shoot-off è andato alla grande se si considera che i piattelli erano letteralmente stravolti rispetto alla gara: quelli dello shoot-off erano piattelli da Sporting, con doppi e simultanei. I miei due zeri alle prime pedane hanno ovviamente un po’ determinato tutto l’andamento dello spareggio e hanno offerto un vantaggio anche psicologico alla mia avversaria, ma va detto che Beatriz Laparra è un’atleta fortissima e ha meritato in piena quel titolo.
Alessandro, che bilancio tracci del tuo Europeo?
In questi casi si dice: se non sei contento del podio, quando potrai esserlo..? Però diciamo che io sostengo da sempre che conta soltanto il primo classificato. Certamente, però, in spareggio sono andato molto concentrato: volevo quell’argento. Nella gara a squadre, poi, i primi siamo stati noi con una gara strepitosa: il 147/150 dell’ultimo giorno è stato determinante per vincere nei confronti della Francia che questa volta era una squadra molto forte.
Una tua interpretazione del Compak odierno?
Certamente il livello è ormai altissimo e non è soltanto in questa gara che lo abbiamo visto. Con il livello generalmente ormai così alto e con piattelli tutto sommato facili come quelli di questo Europeo, è chiaro che i punteggi sono vertiginosi. E tutti noi sappiamo che in questa situazione, se perdi anche un solo piattello puoi scendere di molte posizioni in classifica. Credo che introdurre in ogni serie almeno un piattello davvero difficile, uno di quelli da veri specialisti, potrebbe riportare il Compak su di un livello ragionevole per esaltare le qualità tecniche di ciascun tiratore.
I seniores azzurri Alessandro Gaetani, Mauro Bosi e Bruno Roccasecca al vertice del podio a squadre davanti a Francia e Danimarca
Qual è stata la serie decisiva in questo tuo Europeo?
Tecnicamente devo riconoscermi di aver fronteggiato qualche momento molto complicato: il 22 della penultima serie, ad esempio, è malgrado tutto davvero un bel risultato perché si trattava di un campo difficile, con i doppi simultanei, che ho affrontato con il vento e la pioggia. Si è giocata lì la sorte della mia gara.
Alessia, risultato a sorpresa a Siviglia?
Sicuramente non mi aspettavo un risultato di questo tipo, ma penso che nessuno se lo aspettasse. Fra l’altro io ero la riserva per questo Europeo: poi la rinuncia di Carla Flammini per motivi personali ha determinato la mia promozione a titolare. A ridosso del Campionato europeo il responso del Gran Premio al Giorgio Rosatti non era stato neppure molto incoraggiante. Però a Siviglia anche in allenamento ho ricevuto subito buone sensazioni e mi sono ritrovata una fucilata bella pulita che non ero riuscita ad avere per niente nell’ultimo test in Italia. Magari in gara in Italia facevo un 22 con grande fatica e invece nei giorni di prova all’Europeo mi sono sentita improvvisamente rilassata e tranquilla.
La partenza folgorante con un 50/50 nella prima giornata ha descritto perfettamente quella situazione.
Sì, anche perché non avevo mai fatto in vita mia un 50/50 in una gara internazionale. Certamente sapevo che il giorno successivo avrei fatto un punteggio diverso, perché in prova nei campi in cui avrei sparato il secondo giorno avevo fatto un 22 e un 21. Poi però il 47 e il 49 dell’ultimo giorno sono stati di nuovo davvero dei gran punteggi.
Ritrovarsi fuori dal podio per un piattello ha generato un po’ di amarezza?
Un po’ ovviamente mi dispiace, però un risultato così alto per me è un record: avevo fatto quel punteggio in Grecia due anni fa e la replica di quel risultato è già un grandissimo successo. Io non guardo mai i risultati durante la gara, quindi avevo fatto una mia previsione, senza il conforto dei numeri, di essere sicuramente tra le prime dieci. Quando poi vedi che sei fuori dal podio per un solo piattello, puoi anche dire: potevo fare un piattello in più, ma nello stesso modo avresti potuto perderne due o tre in qualche altra serie. Sì, certo: adesso potrei anche recriminare su un paio di piattelli sbagliati nella seconda giornata, quella del 45, e in quel modo potrei dire che con quei due piattelli avrei potuto spareggiare per il titolo. Se analizzo tecnicamente quegli errori, vedo che ho sparato davanti in tutti e due i casi: ho sbagliato il ventitreesimo di una serie e il ventiduesimo dell’altra: ed erano tutti piattelli da poco anticipo. Ma sappiamo bene che tutto questo genere di ragionamento nel nostro sport funziona soltanto fino a un certo punto.
Alessia Panizza, Katiuscia Spada e Veronica Bertoli
Veronica, anche nel tuo caso è stato un Europeo a sorpresa?
Io non guardo mai i punteggi fino alla conclusione della gara, quindi la mia percezione della nostra posizione in classifica mi arrivava vagamente da quello che si mormorava in squadra e cioè che nei primi giorni dell’Europeo eravamo avanti con un leggero vantaggio, ma sempre testa a testa con altre formazioni. Dopo questa situazione bilanciata, arrivare all’ultimo giorno e vincere con venti piattelli di vantaggio è stata quindi davvero una grande impresa. D’altronde l’ultimo giorno è stato quello in cui ho sparato meglio anche io: il giorno del 48/50.
Eri però approdata alla gara di Siviglia con la convinzione di un corretto stato di forma?
È vero che al Golden di Foligno avevo sparato molto bene e quindi mi sentivo pronta, ma sono molto soddisfatta del risultato tecnico perché in realtà quelli dell’Europeo erano tutti piattelli che io generalmente soffro. Erano tutti piattelli vicini e anche lenti. Io mi alleno principalmente a Foligno e affronto invece piattelli che vogliono un maggiore anticipo: è un panorama completamente diverso da quello che ho trovato all’Europeo. Quindi, aver fatto quello che è il mio record personale su quei piattelli mi ha reso molto felice. Sì, a Siviglia ho avuto da subito un bell’approccio: infatti sono riuscita a sparare bene fino dall’allenamento, ma in gara subentrano sempre altre situazioni e ben altra tensione che sono riuscita comunque a fronteggiare. Quindi ho vinto davvero su tanti fronti.