Giovanissimevolmente: Alessandro Materazzo
Per il ventenne di Viterbo la conquista del titolo tricolore degli Juniores di Trap è arrivata dopo una partenza stagionale pallida, ma per l’atleta delle Fiamme Oro il 2026 si preannuncia già come un altro anno da vivere alla grande
(di Massimiliano Naldoni)
Il 2025 è stato indiscutibilmente un anno luminoso per Alessandro Materazzo che, malgrado una partenza di stagione non fulminante, nel corso dell’estate ha sapientemente fatto crescere il livello qualitativo delle sue prove e si è poi impossessato dello scudetto tricolore degli Juniores della Fossa Olimpica nel mese di settembre. Agli Assoluti sulle pedane varesine del Tav Belvedere, dopo il 118/125 della qualificazione (con una sequenza da manuale nelle prime quattro serie e un lieve cedimento con il 21 della quinta frazione), il ventenne atleta di Viterbo in finale ha inanellato un ottimo 45/50 che lo ha proiettato al successo davanti al 44 di Luca Chessa e al 35 di Mirko Alfio Licciardello. Che per il brillante allievo di Daniele Lucidi il tiro a volo sia una vocazione lo spiega chiaramente il fatto che proprio la pratica della Fossa Olimpica ha convinto Alessandro Materazzo ad abbandonare l’amatissimo calcio dopo aver praticato anche il nuoto per sei anni. Nel calcio il mio ruolo era il portiere – spiega l’atleta delle Fiamme Oro – e volevo essere come Manuel Neuer. Ma adesso provo a portare tutta quella mia grande passione sportiva nel tiro a volo.
Alessandro, all’inizio della stagione l’avresti immaginato di essere adesso a parlare del tuo titolo tricolore degli Juniores di Fossa Olimpica?
Certamente no: infatti la conclusione di questa stagione è davvero molto al di sopra delle mie previsioni di qualche mese fa. Anche perché l’inizio di stagione per me è stato letteralmente tragico con i primi due Gran Premi che non sono andati per niente bene. Però in quel frangente in realtà è scaturita anche l’energia per il riscatto, perché è proprio in quel momento che ho detto a me stesso: o riesco ad essere forte mentalmente o lascio. Ed evidentemente ho scelto la prima strada…
Che gara è stata quella che a Uboldo ti ha consegnato il titolo italiano?
Arrivavo al Campionato italiano dopo un’estate intensa e con il conforto delle buone prove alla Green Cup e al Gran Premio di Gioia del Colle, quindi l’approccio è stato positivo e in quel momento sentivo di aver fiducia nei miei mezzi. In altre gare c’è stata spesso una partenza difficile, mentre al Campionato italiano ho ingranato subito e la qualificazione è stata stabilmente ad alti livelli, tranne semmai nella quinta serie…

Ecco, appunto, in quella serie che cosa è successo?
È intervenuto un po’ di rilassamento: una reazione naturale quando hai fatto una buona gara e sai che il traguardo della finale è stato raggiunto. In effetti quel 21 è un punteggio anche troppo penalizzante. Avevo fatto uno zero nei primi sette lanci e un altro entro il quindicesimo. Ma era una serie che si poteva concludere con un 23. Poi però negli ultimi piattelli ho allentato davvero troppo ed è scaturito lo zero al terzultimo e al penultimo.
C’è stato poi un altro passaggio a vuoto anche in finale, sebbene senza conseguenze.
In realtà in finale ho chiuso bene con 22/25 il primo round e a quel punto ero secondo dei sei finalisti, quindi sembrava che tutto filasse liscio. Poi, però, in uno degli step successivi ho infilato una bicicletta che però non ha provocato gravi conseguenze proprio perché il punteggio del primo round mi aveva messo in una situazione di sicurezza.
Alessandro, il 2026 sarà il tuo ultimo anno di Settore Giovanile e ti presenti come campione italiano della categoria: come ti stai preparando ad affrontare la nuova stagione?
Il titolo certamente mi responsabilizza, ma mi ha anche dato grande fiducia. Adesso, in queste settimane di dicembre, farò un allenamento al minimo con una sola seduta settimanale di allenamento in palestra e anche una sola seduta settimanale di attività in pedana. A gennaio ovviamente intensificherò il ritmo, ma di regola non utilizzo mai le prove del Campionato regionale come test agonistici di inizio stagione perché si tratta di gare a 50 piattelli e per partecipare ad alcune di quelle dovrei anche macinare un bel po’ di chilometri. Diciamo che qualche prova del regionale invernale a portata di mano potrà entrare nel calendario, ma principalmente per tutto l’inverno farò allenamento individuale.

Alessandro Materazzo al vertice del podio degli Juniores al Campionato italiano di Uboldo davanti a Luca Chessa e Mirko Alfio Licciardello
Hai elaborato però un panorama di traguardi che vorresti conseguire nel 2026?
Sarei onorato di partecipare ad una trasferta della Nazionale: una Coppa del Mondo o magari perfino il Campionato del Mondo. Cercherò di fare il possibile per meritarlo. Per adesso, però, mi godo il presente: per rivolgere davvero il pensiero al futuro e soprattutto alla stagione 2027 in cui mi ritroverò tra gli Eccellenza, vediamo come va l’anno prossimo e poi ne riparleremo…
Foto: Clikkami, Tav Belvedere




