Giovanissimevolmente: Dalia Buselli, Giacomo Incitti, Niccolò Nucera
Tre nomi nuovi del Trap e dello Skeet under 17 che affronteranno la stagione 2026 con un significativo passaggio di qualifica
(di Massimiliano Naldoni)
Il Campionato italiano del Settore Giovanile dello scorso settembre ha confermato la solidità tecnica di tutte le qualifiche, ma è proprio nelle divisioni Esordienti e Allievi che questa volta siamo andati a individuare qualche nome su cui concentrare l’attenzione. Al confronto toscano Giacomo Incitti (nella foto di copertina) si è laureato ad esempio campione italiano degli Allievi di Trap (con 115/125 in qualificazione e 22/25 in finale): il diciassettenne atleta non è un nome propriamente nuovissimo perché si è già fatto notare nella passata stagione per una convocazione in azzurro nella Fossa Universale, ma appunto l’affermazione tra gli Allievi e il passaggio agli Juniores dal gennaio 2026 collocano il frusinate di Arnara, allievo di Andrea Miotto e frattanto inquadrato nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri, tra i personaggi più interessanti del panorama giovanile.
Sul versante dello Skeet sono invece Dalia Buselli e Niccolò Nucera ad occupare la ribalta odierna. L’atleta toscana di Montecatini Val di Cecina, che ha vestito la maglia azzurra all’Europeo francese della scorsa estate, si è assicurata il titolo tricolore delle Esordienti con 106/125 e nel 2026 militerà tra le Juniores, mentre il quattordicenne atleta calabrese, vincitore dello scudetto degli Esordienti con 98/125 e 33/40, sarà inquadrato tra gli Allievi dal prossimo gennaio.
Giacomo Incitti
Giacomo, adesso, con il filtro di una certa distanza di tempo, come valuti tecnicamente la tua prova al Campionato italiano?
È stato un Campionato italiano con degli avversari forti in cui avrei pensato però di fare qualche piattello in più, soprattutto il primo giorno. Ho affrontato la terza serie nel tardo pomeriggio, erano passate le cinque e mezzo, e cominciavano ad esserci delle ombre sul campo. I piattelli non si vedevano e quindi mi sono proprio accontentato di quel 22. In condizioni migliori poteva sicuramente essere una serie più soddisfacente come il 24 della seconda serie. Il secondo giorno ho sparato in prima batteria con il cielo nuvoloso, ma ho tenuto duro e infatti ho chiuso la prima serie con 24. Poi c’è stato il 23 dell’ultima e quindi il secondo giorno con 47 è stato una bella prova.
Il 22 della finale è stato un altro bel risultato tecnico: avevi preparato bene la finale in vista del Campionato italiano?
Dico la verità: quella mia finale mi è piaciuta proprio più di tutte le serie di qualificazione. Sì: mi ero allenato tanto. In ogni seduta di allenamento in quel momento facevo quattro serie e tre di quelle quattro serie proprio ad un colpo. È stato dopo il Grand Prix di Porpetto che ho iniziato ad allenare molto la prima canna: da quella gara infatti sono uscito quinto e ho capito che dovevo fare di più e quindi mi sono messo a fare un allenamento serio sul colpo solo. Anche perché poi, in effetti, allenarsi sul colpo solo non serve soltanto per la finale, ma significa anche aumentare le potenzialità della prima canna in qualificazione. L’anno prossimo da Junior farò le finali a 50 piattelli e allora in questi mesi l’allenamento sul colpo solo sarà anche più intenso. Quest’anno ho avuto certamente belle soddisfazioni, ma nel 2026 serve fare ancora di più: occorre salire almeno un gradino.
Chi sono i tuoi riferimenti tecnici in questo momento?
La sede di allenamento durante la settimana è il Tav Macallè. Ma il lavoro fondamentale è quello che svolgo con Andrea Miotto a Manoppello: ci vediamo ogni due o tre settimane e facciamo il punto della situazione. Andrea mi assegna dei compiti a casa e quando ci vediamo verifichiamo come ho acquisito le istruzioni che mi ha dato la volta precedente.
Hai dimostrato di aver talento anche per la Fossa Universale: quella disciplina c’è ancora nei tuoi programmi per il futuro?
Un po’ a malincuore ho deciso di concentrarmi sull’Olimpica. A mio parere sono discipline abbastanza diverse e non è possibile seguirle entrambe davvero bene. L’Olimpica mi offre opportunità agonistiche più ampie e quindi ho scelto di dedicare tutte le mie forze in quella direzione.
Dalia Buselli
Dalia, che effetto ti fa pensare che dal prossimo gennaio gareggerai tra le Juniores?
È un bell’impegno, ma quest’anno mi ha dato la conferma che tecnicamente sono sulla buona strada. Al Campionato italiano tra le Esordienti eravamo proprio pochissime e quindi è stato un test un po’ anomalo, però il punteggio, il 106/125, con la media del 21, è quello che sto rispettando ormai da molti mesi.

Qual è la gara del 2025 che ricordi con più emozione?
L’Europeo è stata una gara bellissima con un’atmosfera che mi è piaciuta davvero tanto, ma non è stata quella del mio miglior punteggio.
Al Campionato italiano nelle serie di qualificazione ci sono state pedane che si sono rivelate più difficili?
Al Campionato italiano ad esempio nella quinta serie, quella del 20, ma anche in altre, la maggior parte degli zeri sono arrivati dai rientri alle doppie alla 4. In effetti invece all’Europeo gli zeri ai rientri alla 4 erano stati solo un paio, quindi quando sono arrivata all’Italiano mi sentivo anche sicura e infatti affrontavo bene quei lanci, ma sbagliavo il movimento: ho iniziato a far leva sulle spalle e sulle braccia invece di azionare il busto e non sono riuscita a cambiare quel modo di sparare per tutta la gara.
Niccolò Nucera
Niccolò, che gara è stata la tua prova al Campionato italiano?
Una gara in cui ho messo molto impegno, ma in cui c’è stata una partenza difficile. Il risultato scarso della prima serie è dovuto alla mia mancanza di attenzione: non c’era stato l’approccio giusto alla gara. Quello che ha prevalso in quella serie è stata proprio l’incapacità di una corretta concentrazione: infatti ci sono stato errori anche casuali che non si sono verificati per la difficoltà di un lancio o di un altro.
Sebbene anche i tuoi colleghi non avessero fatto punteggi molto alti alla prima serie, quella partenza ti ha messo subito sotto pressione?
No, sono riuscito a riconquistare la concentrazione e anzi ad affrontare già la serie successiva con molta convinzione. Non mi ha condizionato quella partenza. Qualche segnale di stanchezza e di distrazione si è affacciato semmai di nuovo all’ultima serie della gara.

Ma in compenso hai fatto davvero un’ottima finale.
Sì, sono riuscito a dare il meglio di me in finale. Ho sentito di poter mettere in campo tutta la tecnica che avevo acquisito e affinato durante i mesi di preparazione. Sono riuscito a stare in testa per tutta la finale: in qualche momento a pari con Michele Ascione, ma nella parte conclusiva sono riuscito a prendere lo slancio e a condurre da solo. Michele, che è un atleta molto forte, è stato davvero un bell’avversario. Adesso però serve pensare seriamente all’anno prossimo in cui sarò Allievo: serve alzare l’asticella sia tecnicamente che come atteggiamento mentale. Io sono convinto che anche sul piano dell’allenamento non serva tanto la quantità, ma invece la qualità ed è proprio questo il criterio che voglio seguire per affrontare la prossima stagione.
Foto: Clikkami




