Giovanissimevolmente: Daniel Tolli e Michelle Lisca
Lo skeettista capitolino è il nuovo campione italiano degli Allievi, mentre l'atleta milanese si è distinta nella gara valida per il tricolore delle Allieve della Fossa Olimpica
(di Massimiliano Naldoni)
Il Campionato italiano 2025 del Settore Giovanile ha consegnato alla celebrità i nomi di Daniel Tolli e Michelle Lisca. Il ventenne romano (ritratto in copertina) si è assicurato lo scudetto tricolore degli Allievi di Skeet, mentre la sedicenne milanese si è impossessata del titolo nazionale delle Allieve della Fossa Olimpica. Il percorso agonistico di Daniel e di Michelle nell’appuntamento di Montecatini-Pieve a Nievole è stato certamente molto diverso: contrassegnato da una sostanziale omogeneità quello dello skeettista di Roma, assimilabile invece alle montagne russe quello dell’atleta di Albairate che ha saputo però reagire con carattere fermo a qualche momentanea defaillance. Il punteggio di 98/125 in qualificazione aveva proiettato ai vertici della graduatoria provvisoria delle Allieve Michelle Lisca che in finale ha concluso a quota 18 in parità con Viola Baratti per poi andare a vincere il duello con la conterranea per 2 a 1. Meno travagliato il percorso in finale di Daniel Tolli: l’allievo di Andrea Filippetti e Pierluigi Pescosolido, studente di Ingegneria civile al secondo anno, che soltanto dodici mesi fa era un tiratore di Fossa Olimpica e ha poi deciso di rivolgersi allo Skeet, dopo il 116/125 della qualificazione, con 36 centri nel round decisivo ha tagliato il traguardo infliggendo tre lunghezze di distacco a Stefano Privitera.
Daniel Tolli
Daniel, sentivi che questo Campionato italiano poteva essere la “tua” gara?
Che potesse essere una gara in cui sarei riuscito a dare tutto quello che potevo dare, sicuramente sì: lo sentivo. Nelle settimane che hanno preceduto la gara di Montecatini sono andato precisamente ad allenare quelli che erano i miei punti deboli perché in precedenza mi ero reso conto che c’erano delle pedane, ad esempio la 2 e la 6, in cui non mi sentivo totalmente sicuro: quindi frattanto, affrontando la gara di Montecatini, ero abbastanza certo di poter fare bene perché avevo saputo creare tutti i presupposti. Magari, semmai, non mi aspettavo proprio di vincere.
Il tuo percorso agonistico è molto interessante perché tu eri un tiratore di Fossa Olimpica, poi all’inizio del 2025 hai optato per lo Skeet: come si è svolto questo passaggio da una disciplina all’altra?
Fino da quando partecipavo ai Gran Premi del Settore Giovanile nella Fossa Olimpica ho sempre percepito quello dello Skeet come un ambiente più libero in cui sentivo di avere la possibilità di esprimermi meglio in senso agonistico. Forse suonerà anche curioso quello che sto dicendo, ma avverto il Trap come la disciplina in cui si è necessariamente costretti ad essere concentrati dall’inizio alla fine della serie, mentre nello Skeet ho la sensazione di poter staccare, nel vero senso della parola, tra un piattello e un altro senza pregiudicare il risultato e la concentrazione complessiva. E questo mi permette di vivere la gara in modo più sciolto e sereno e mi consente anche di divertirmi di più. Devo dire che in famiglia non c’è mai stata una tradizione tiravolistica vera e propria, quindi forse anche per questo motivo ho potuto beneficiare di una libertà maggiore nelle mie scelte sportive.
Il podio in pedana degli Allievi dello Skeet al Campionato italiano: Daniel Tolli è esultante al centro tra Stefano Privitera e Matteo D’Amico
Tecnicamente c’è qualcosa dell’esperienza del Trap che hai trasferito nello Skeet?
La Fossa Olimpica mi ha fornito la capacità di assumere e conservare la concentrazione per i venticinque piattelli della serie. È vero che appunto il mio passaggio allo Skeet è stato veicolato proprio dall’esigenza di maggiore libertà, ma proprio l’abitudine alla concentrazione prolungata del Trap mi permette oggi nello Skeet di staccare ma anche di ritrovare ogni volta facilmente quello stato di concentrazione che mi serve.
Michelle Lisca
Michelle, in altre interviste avevi manifestato il pressante problema dello stato d’ansia durante le tue gare: in effetti anche al Campionato italiano quello è stato un fenomeno che si è manifestato con qualche visibile conseguenza.
Sì, al Campionato italiano il primo giorno sono stata abbastanza tranquilla fino al compimento delle prime due serie, poi subito all’inizio della terza è subentrata un po’ di ansia. Ho cercato di gestirla nel miglior modo possibile: ho concluso infatti con 18/25 e quello è un punteggio che in certo modo ho accettato come giusta conclusione della giornata. Il secondo giorno sono tornata in gara molto carica e infatti la prima serie si è risolta in un 22. Ma ecco che subito dopo ho sentito di nuovo la pressione del risultato: si sono combinate la tensione della gara e la difficoltà del campo in cui stavo sparando, ma anche la mia volontà di fare un bel punteggio e il desiderio di vincere. Ne è scaturito un risultato nettamente negativo che comunque non ha pregiudicato la mia partecipazione alla finale e allora, a quel punto, sono stata costretta a fare un’operazione di azzeramento di tutto quello che si era verificato in quella serie. Il problema non era però proprio del tutto risolto, perché subito dopo ho appreso che avrei dovuto disputare la finale proprio nel campo in cui avevo sparato tecnicamente male quell’ultima serie di qualificazione. Quella dell’ansia in gara è una condizione difficile da spiegare a chi non l’ha mai sperimentata, perché non è determinata dalla maggiore o minore difficoltà dei lanci: si manifesta con un improvviso senso di timore nei confronti dello sgancio del piattello e quindi, per contenere il problema, finisco per andare a scatti, velocizzo o rallento, ma certamente non seguo più il mio movimento regolare, il mio tempo e il mio ritmo.
Michelle Lisca al vertice del podio del Campionato italiano davanti a Viola Baratti e Beatrice Zainotto
A Montecatini la finale però ha preso una piega diversa.
È vero, ma ho fatto fatica all’inizio e infatti nei primi quindici piattelli ho accumulato parecchi zeri, mentre sono andata molto bene nei dieci piattelli rimanenti ed è con quel forte recupero nella seconda parte che sono riuscita a comporre il punteggio di 18. Quest’anno fino al Campionato italiano il problema dell’ansia si è sempre manifestato. Invece è andata in maniera molto diversa al Trofeo Coni di questa settimana: lo stato d’ansia non è intervenuto nelle due serie di gara, ma neppure nello shoot-off per l’ingresso in finale e neppure poi appunto in finale. Un ruolo positivo l’ha probabilmente giocato la distanza di gara: il Trofeo Coni a Porpetto è stato una gara rapida che si è disputata tutta in un giorno, mentre il Campionato italiano, distribuito appunto in due giornate, mi ha impedito di essere del tutto tranquilla: specialmente appunto nella seconda giornata quando mi hanno condizionato il posizionamento in classifica e il punteggio.
Possiamo sicuramente dare un bel voto alla tua stagione 2025?
Certamente: mi sento di dare un bel voto. Soprattutto ad alcune gare come ad esempio il Criterium in cui mi sono dimostrata costante e in cui sono riuscita a controllare i momenti di ansia che in una gara senza finale mi avrebbero danneggiato molto.
Michelle Lisca
Michelle, questa bella stagione agonistica ti ha promossa tra le Juniores: come sarà la tua preparazione in questi mesi in vista degli impegni del 2026?
Vorrei naturalmente puntare a limitare al massimo l’effetto dell’ansia in gara o comunque vorrei acquisire la capacità di gestirla il meglio possibile. È comprensibile che nell’arco di una gara ci sia anche la serie-no, ma non si devono verificare quegli sbalzi di qualità del punteggio come è avvenuto al Campionato italiano. Poi sarà necessario continuare a lavorare con il mio papà sulla tecnica aumentando anche la quantità di allenamento per andare a sperimentare anche la finale con formula olimpica. Il transito nella qualifica delle Juniores è però un passo che ho desiderato e cercato con convinzione ed è un passaggio della mia carriera di atleta che personalmente mi gratifica molto: quindi sarò anche ben felice di affrontare una preparazione più impegnativa perché sento di essere sulla strada giusta.
Foto: Clikkami