Erminio Frasca: la gara delle conferme

Una prova compatta attribuisce all’atleta delle Fiamme Oro la vittoria in Eccellenza al terzo Gran Premio stagionale di Trap

(di Massimiliano Naldoni)

La densità del risultato e l’equilibrio tra qualificazione e finale sono le prerogative che premiano Erminio Frasca nel terzo Gran Premio Fitav di Fossa Olimpica. Il poliziotto di Priverno compone 120 centri nella fase di qualificazione, assembla 22 bersagli utili nella prima parte della finale ed è subito in evidenza, ma poi spicca il volo con una lunga galoppata senza errori nella seconda parte della finale. Con 46/50 Erminio Frasca è d’oro e sul podio di Umbriaverde precede Daniele Resca ed Emanuele Buccolieri.

Erminio, com’è maturata questa vittoria?

Mi servivano conferme, perché venivo da alcune gare in cui avevo fatto buone fucilate, ma serviva naturalmente concretizzare il risultato. Una gara con il format internazionale può avere molte storie. Ad esempio al secondo Gran Premio ho chiuso il primo giorno al primo posto con 74/75 e quindi avevo l’impressione di star componendo una buona gara. Poi, invece, nella seconda giornata ho faticato moltissimo e non sono andato oltre il 43 e sono stato proprio escluso dalla corsa per la finale. Perciò è davvero importante non soltanto aver centrato la vittoria in questo terzo Gran Premio, ma anche aver dato regolarità a tutto il percorso dei due giorni.

Il sestetto dei finalisti dell’Eccellenza 

Un tuo giudizio sul punteggio.

Devo dire che il 120 della qualificazione era il massimo che potevo fare questa volta. Fra l’altro Todi è un campo tecnicamente complicato, con sfondi diversi, in cui non fai mai punteggi altissimi. E poi c’eravamo tutti: non essendoci concomitanze internazionali, hanno gareggiato anche tutti i più forti del circuito. Quindi: un test importante e attendibile.

Come hai gestito la finale?

Anche proprio in considerazione dell’esito di alcune gare recenti, mi sono detto: non fare troppo i conti e vai avanti a testa bassa. Ho fatto una bicicletta nei primi dieci, ma il 22 della prima parte della finale era comunque uno dei parziali più alti. E la seconda parte della finale è proprio quella che ha fatto la differenza: ho trovato il mio ritmo e ho fatto tutti gli altri step senza errori tranne lo zero al cinquantesimo piattello quando ormai comunque la classifica era definita a mio favore. È senz’altro il responso che ci voleva per restituirmi fiducia.

Foto: Clikkami