Eleonora Ruta: una gara costruita passo per passo
Al Tav Moschettieri del Nera l'atleta delle Fiamme Oro conquista il primato tra le Juniores dello Skeet dopo un prolungato duello con Arianna Nember
(di Massimiliano Naldoni)
È Eleonora Ruta ad uscire vincitrice dal confronto delle Juniores dello Skeet nel secondo Gran Premio del Settore Giovanile sulle pedane del Tav Moschettieri del Nera. 111 centri su 125 collocano l’atleta di Cisterna di Latina a pari con Arianna Nember al traguardo delle cinque serie di selezione. Poi lo stato di parità si protrae con vicende alterne anche in quella finale al termine della quale le due contendenti si attestano a quota 26/30. È lo shoot-off a definire la graduatoria del secondo Gran Premio attribuendo la vittoria ad Eleonora Ruta per 4 a 3. Seconda sul podio è appunto Arianna Nember davanti a Giulia Castrichini.
Eleonora, il testa a testa con Arianna Nember che ha caratterizzato questo Gran Premio è la situazione emblematica dell’attuale Skeet femminile under 21.
Sì, esatto: senza presunzione possiamo dire che si tratta di un confronto che si ripropone spesso e da parte mia sono sempre onorata di misurarmi con un’atleta di grande valore come Arianna.
Quali sono stati i momenti cruciali di questa tua gara al Tav Moschettieri del Nera?
Nei due 21 della qualificazione si è verificato un fenomeno che ancora non mi spiego: l’insicurezza a premere il grilletto. E naturalmente questo ha distolto completamente la mia attenzione dal bersaglio e dal corretto movimento da compiere e ha prodotto appunto alcuni zeri.
È un problema collegato ad alcune pedane in particolare?
No, è un problema di testa: riguarda il mio atteggiamento e non è determinato da questa o da quella pedana.
Del tuo punteggio di qualificazione che giudizio dai?
Puntavo a qualcosa di più per il semplice fatto che so di essere in grado di dare di più. Ci sono però gare che vanno nel verso giusto e altre che invece non vanno bene. Questo è un dato di fatto che occorre sempre considerare. Devi però dare sempre il massimo e non devi mai smettere di credere in te stessa e nelle tue capacità, perché è proprio quando stai facendo quella determinata gara, che magari giudichi una brutta gara, che devi reagire e andare avanti.
Con quale atteggiamento ti sei posta nei confronti della finale su di una distanza un po’ anomala come quella che voi Juniores avete affrontato questa volta?
Naturalmente tra trenta e sessanta piattelli c’è una bella differenza. Devo dire però che, indipendentemente dalla distanza sulla quale si disputa una finale, io cerco di adottare sempre la giusta concentrazione. A una finale, che si tratti appunto di una finale sulla breve distanza come a questo Gran Premio o che si tratti invece di quella regolare di un Europeo o di un Mondiale, io attribuisco sempre la stessa importanza.
In quella finale c’è stata un po’ di sofferenza però nel primo round a venti piattelli?
Sì, ho combattuto psicologicamente contro me stessa: mi sono resa conto che dovevo spronarmi e cambiare atteggiamento. E infatti i dieci piattelli successivi sono stati perfetti e mi hanno permesso di recuperare completamente il mio ruolo che ho poi consolidato definitivamente nello spareggio.