Veniero Spada: alla ricerca dell’equilibrio del Compak

Il Direttore tecnico della Nazionale azzurra propone un commento “a tutto campo” dell’Europeo spagnolo

(di Massimiliano Naldoni)

Disciplina rivolta, sì, al grande pubblico degli appassionati, ma anche specialità che nell’agone internazionale esalti sempre il talento dei fuoriclasse delle diverse scuole: è in questo equilibrio di tendenze che il Direttore tecnico della Nazionale Veniero Spada (nella foto di repertorio in copertina) vede il presente e il futuro del Compak. Il selezionatore azzurro illustra qui le prerogative del recente Campionato europeo della disciplina che è stato caratterizzato da punteggi altissimi e descrive la prova degli atleti e delle atlete del team italiano che ha partecipato al confronto di Siviglia.

Coach Spada, sintetizzando in una sola parola, che definizione darebbe del recente Europeo di Compak?

Inaspettato. E vale per molti aspetti di questo Europeo. Inaspettato prima di tutto il livello vertiginoso dei punteggi. Inaspettata certamente anche la prova di alcuni atleti del panorama continentale della disciplina che sono, sì, tiratori di qualità, ma che, almeno in questa occasione, si sono davvero superati. Inaspettato infine anche il mio titolo dei Veterani perché vincere in una competizione importante mi emoziona ancora tanto.

Sotto il profilo tecnico non c’erano quindi indizi che questo Europeo potesse produrre questo livello di punteggi?

Ho provato a immaginare un esito possibile di questo Europeo proprio al mio arrivo al campo di Siviglia e non era sicuramente questa la scena che avevo prefigurato. Fra l’altro ho visitato quel campo qualche giorno prima della gara perché il Presidente della Fitasc Jean-Francois Palinkas aveva incaricato me, in quanto ormai quasi decano dei tracciatori, di verificare il lavoro di un tracciatore spagnolo fresco di nomina. Ho visionato il terreno di gara e i lanci e mi sono formato l’opinione che si sarebbe trattato di un Europeo in cui si poteva vincere con 197. Questo significa poi immaginare tutta una serie di punteggi, più o meno sfrangiati, a decrescere dal 197, nelle altre posizioni di classifica.

Veniero Spada

Quindi in sostanza all’apparenza il terreno di gara di Siviglia si presentava più difficile di quello che poi è risultato?

È un’area caratterizzata da canaloni e da cespugli, con alcune altane distribuite in alcuni dei campi. È anche un terreno di gara che crea qualche problema di visibilità dei bersagli. Tutto questo lasciava immaginare appunto qualche difficoltà, anche se effettivamente si intuiva subito che molti dei piattelli proposti non avrebbero richiesto larghi anticipi che è invece un elemento che fa aumentare il grado di difficoltà.

Un Compak molto facile corrisponde ormai ad una tendenza consolidata nel panorama internazionale.

Sì, certo: ne abbiamo già parlato anche nelle scorse stagioni e non è appunto una vera novità. Se io scorro però la classifica di questo Europeo e vedo che, al di là dei 199 che sono un punteggio che è stato realizzato anche in altre gare, chi ha concluso con 197 si è trovato quasi in ventesima posizione, mi risulta chiaro che il fenomeno sta raggiungendo dei livelli esasperati. Consideriamo invece al contrario, ad esempio, che all’Europeo di Foligno del 2023 il mio 194 è stato un punteggio da sesto posto. Anche in queste ultime settimane il Presidente Palinkas mi ha ribadito il concetto che nella sua visione tutti i partecipanti ad una gara internazionale come l’Europeo o il Mondiale si devono divertire. Io naturalmente concordo in pieno in linea generale perché questo è il principio di base delle discipline non olimpiche del tiro a volo, però sostengo anche che non si deve togliere dignità alla competizione.

C’è il rischio che non sia valorizzato il talento dei fuoriclasse?

Esattamente. Lo si è visto proprio in questo Europeo nella prova di alcuni dei nostri atleti. Michael Spada e Marco Battisti ad esempio hanno certamente sbagliato qualche piattello che atleti del loro livello non dovrebbero sbagliare, ma questo accade da sempre in ogni gara. Il fatto è che uscire dalla prima giornata di gara con 47/50, come è stato nel caso di Michael, questa volta significava rendersi conto di essere già fuori dal gioco. Sei consapevole che è una gara in cui non c’è possibilità di recupero perché non ci sono quelle difficoltà distribuite che restituiscono equilibrio al confronto nell’arco dei quattro giorni e quindi sai che il tuo Campionato è già concluso. Quando vedi che non si fanno zeri in giro, gli atleti bravi si vedono costretti a inseguire per effetto di qualche errore che magari hanno commesso all’inizio e la gara risulta un po’ snaturata.

Malgrado tutto la sua squadra è uscita dall’Europeo con titoli e piazzamenti importanti.

Sì, certamente: perché l’impegno di tutti e tutte è sempre al massimo livello. Ma centrare un titolo o un piazzamento in una situazione così livellata costa il triplo di fatica. Per questo devono essere valutati come risultati positivi il terzo posto della squadra maschile di Marco Battisti, Michael Spada e Cristian Camporese a pochi piattelli dal titolo. Katiuscia Spada, Veronica Bertoli e Alessia Panizza hanno fatto poi un capolavoro conquistando il titolo europeo a squadre e Katiuscia ha sfiorato l’impresa anche a livello individuale. Un’altra grande prova l’ha fornita Alessandro Gaetani che è andato a conquistare un secondo posto individuale e la vittoria a squadre con Mauro Bosi e Bruno Roccasecca, ma voglio evidenziare anche quello che hanno fatto gli Junior Samuel Ligi, Mattia Degli Antoni e Filippo Ceccarelli che non sono saliti sul podio, ma il loro punteggio è nei fatti da medaglia.

Per il Mondiale francese ci dobbiamo attendere una situazione analoga?

Patrick Russo, che sarà il tracciatore nel Mondiale in programma nel suo impianto di Signes, sa bene il fatto suo e immagino che vorrà vedere esaltati i valori in campo. Il terreno di gara di Signes fra l’altro è sempre stato ostico: si tratta di campi in cui rocce e piante creano scenari belli e difficili. Sono certo che si tratterà di traiettorie tecniche perché Russo è appunto un esperto che sa costruire un lancio che transita magari anche soltanto a 15 metri di distanza dal tiratore ma con una traiettoria particolare che rivela la difficoltà. E questo è proprio il Compak che diverte tutti i partecipanti, ma che riesce anche a valorizzare i talenti più forti.

Foto: Clikkami