Giovanissimevolmente: Giacomo Incitti e Lorenzo Gallo

Conseguendo il primato tra gli under 20 al secondo Gran Premio di Fossa Universale, il sedicenne frusinate e il diciannovenne varesino hanno confermato il solido rango agonistico già palesato nella scorsa stagione

(di Massimiliano Naldoni)

Nel segmento emiliano-romagnolo del secondo Gran Premio di Fossa Universale il primato tra i giovanissimi è stato appannaggio di Giacomo Incitti (nella foto di copertina). Il sedicenne laziale di Arnara, che nella scorsa estate il Ct della Nazionale della cinque macchine Sandro Polsinelli volle in squadra per il Mondiale di Ychoux dopo il prestigioso argento conquistato proprio dallo stesso frusinate al Campionato italiano, al Tav Olimpia di Crevalcore è stato autore di un brillante 95/100 con cui ha preso letteralmente il largo nella sua qualifica staccando di quattro lunghezze proprio il detentore dello scudetto degli Juniores del 2024 Mario Fabrizi. Intanto nel segmento nord del Gran Premio, sulle pedane di Fagnano, con 91/100 era Lorenzo Gallo a centrare il successo e il diciannovenne di Leggiuno segnalava così di essere certamente un giovane eclettico dalle doti agonistiche non comuni. A Giacomo Incitti, allievo di Giuliano Callara e atleta del Tav Oca Selvaggia che spegnerà diciassette candeline il prossimo 19 giugno, e a Lorenzo Gallo, suo collega lombardo tesserato al Tav Fagnano che sta preparando l’esame di maturità per diplomarsi all’Istituto Isaac Newton di Varese in vista dell’iscrizione a una facoltà universitaria dell’ambito chimico, abbiamo chiesto di raccontarci la recente impresa tiravolistica.

Giacomo, a Crevalcore sei stato autore di un bel punteggio, ma sei anche arrivato al Gran Premio con il conforto di quella media che hai rispettato poi in gara?

Sì, stazionavo ormai da settimane sul 46-47 su 50. Io ho provato i campi di Crevalcore soltanto il sabato, ma il giovedì precedente all’Oca Selvaggia con Giuliano Callara abbiamo fatto un ultimo allenamento che è stata la prova generale della gara e ho fatto un 22 e un 25, quindi appunto la media era già quella. E in effetti negli incontri con Giuliano del martedì e del giovedì in queste settimane mi sono sempre attestato appunto su quel livello.

Giacomo Incitti (a destra) con Giuliano Callara e Mario Fabrizi

Come si preannuncia il tuo 2025 dopo la scorsa stagione che ti ha visto debuttare al Mondiale in maglia azzurra?

Questo è un anno che è partito molto bene. Ho partecipato al primo Gran Premio del Settore Giovanile nella Fossa Olimpica e ho centrato la promozione tra gli Junior, quindi sono molto soddisfatto di quello che sto facendo e sono convinto che sarà una bella stagione. Proprio alla Gioiese ho avuto la conferma che sono sulla strada giusta: tra gli Allievi sono entrato in finale da primo con 115/125, che è appunto il punteggio che mi ha promosso alla qualifica Junior, e comunque ho concluso al terzo posto in una gara che è risultata anche molto difficile. Ho sbagliato l’ultimo piattello della quinta serie di qualificazione e devo dire che semmai è proprio quello zero che ancora non ho digerito.

In prospettiva: Trap o Universale? Oppure entrambe?

Mi piacerebbe specializzarmi nella Fossa Olimpica, però non lascerò comunque mai l’Universale perché mi è sempre piaciuta fino dalla prima volta che l’ho sperimentata. L’Olimpica però indiscutibilmente ti permette di compiere quel passo in più dal punto di vista dell’agonismo internazionale.

Lorenzo, che bilancio tracci del responso del Gran Premio?

Sono molto soddisfatto perché erano alcuni mesi che non sparavo dal momento che mi sono dedicato a preparare l’esame di maturità.

Forse c’è stata una partenza un po’ faticosa nella gara di Fagnano?

Sì, la prima serie, quella del 21, è stata certamente più difficoltosa delle altre. Diciamo che ha svolto il ruolo di pedana di riscaldamento. I campi e i lanci erano perfetti. Sono stato io, semmai, a incorrere in qualche imperfezione a livello prestazionale e a non compiere in maniera corretta magari l’impostazione e i movimenti.

Lorenzo Gallo

Forse sparare sul campo di casa ha rappresentato contemporaneamente sia un vantaggio che uno svantaggio?

Diciamo che negli ultimi cinque anni il mio campo di casa in realtà è stato il Tav Belvedere di Uboldo. In questa stagione mi sono spostato a Fagnano per ragioni di praticità anche connesse con gli impegni dell’ultimo anno delle superiori. Questo transito mi ha certamente permesso di allenarmi qualche volta di più.

Come si snoderà quest’anno di attività nell’Universale?

Spero di poter svolgere comunque l’attività anche se gli impegni sono tanti: vorrei senz’altro partecipare agli altri Gran Premi. E vorrei esserci naturalmente al Campionato italiano. L’obbiettivo prioritario è riuscire a divertirmi con la mia disciplina sportiva preferita: poi i risultati semmai arriveranno dopo.

Tu hai iniziato con l’Olimpica nel 2019 e ti sei spostato gradualmente all’Universale: in effetti il percorso inverso rispetto a quello tradizionale di molti altri atleti.

Si è verificato questo fenomeno perché l’Universale ha esercitato su di me un’improvvisa attrazione: mi piaceva la tecnica, il modo in cui si affrontavano i piattelli in quella specialità. Possiamo dire simpaticamente che c’è un responsabile in questa mia decisione. Diego Puccio, che è un universalista lombardo di ottimo livello, in questi anni mi ha fornito qualche indicazione importante e mi ha permesso di apprezzare tutte le prerogative della disciplina. Ed è quindi anche grazie alla sua esperienza che sono riuscito a crescere tecnicamente. Ho imparato ad esempio a tener conto dei lanci che affronto in ogni serie piattello per piattello per poter valutare quali sono appunto i lanci che ancora mi attendono, oppure ad adottare una posizione in pedana magari appena modificata per agevolare l’intercettazione in alcuni lanci. Tutta una serie di piccoli dettagli che detta appunto l’esperienza e che ti permettono di dare qualità al tuo tiro.

Foto di Stefano Terrosi